Fino agli anni Ottanta del secolo scorso l’insegnamento dell’italiano era praticato esclusivamente a livello universitario nelle città di Mosca e San Pietroburgo. Una rara eccezione rappresentava qualche scuola media di San Pietroburgo.
La situazione cambia radicalmente negli anni ’90 quando si creano i presupposti per un salto di qualità nelle relazioni tra la Russia e il resto del mondo.
Così nel 2005 l’Università Pedagogica Statale di Mosca (MPGU) promuove il progetto di introduzione nella scuola pubblica russa delle cosiddette cinque lingue straniere “rare”, e cioè il cinese, il giapponese, il finlandese, l’arabo e l’italiano.
L’iniziativa viene approvata dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica russo.
In questo momento le prof.sse Nadejda Dorofeeva e Galina Krasova iniziano la stesura dei libri di testo che saranno alla base del P.R.I.A. (Programma per la diffusione della lingua italiana in Russia).
In quel periodo, molte scuole di Mosca, in maniera autonoma, cominciano a introdurre l’italiano come L3 e perfino L2 facendo da apripista per il P.R.I.A. promosso dal Dipartimento Istruzione del Consolato Generale d’Italia a Mosca con il prof. Giovanni Perrino e successivamente con il prof. Carlo Davoli.
Dal dicembre 2014 il Dipartimento Istruzione dirige il prof. Giuseppe Lo Porto che ha ampliato le attivita` del programma.
In questo modo, sia il Progetto della MPGU che il P.R.IA., uniscono le forze avendo un obiettivo comune e permettendo l’insegnamento della lingua italiana inmaniera coordinata su tutto il territorio russo.